Si è parlato moltissimo di burn-out e poi, come spesso succede, dopo il clamore iniziale, anche questo argomento è scivolato in secondo piano.
Il tema non era certo nuovo, si era solo data un’etichetta diversa al problema dello stress correlato al lavoro.
I sintomi sono: poca energia, perdita della motivazione, poca produttività ma l’”esaurimento da lavoro” non produce solo sintomi visibili in azienda, purtroppo rischia di trasformarsi in una vera e propria malattia cronica attraverso stati di ansia, insonnia, repentini cambi d’umore, inappetenza.
Dunque il rischio è di entrare in uno stato di crisi totale.
Sul lavoro si rischia di diventare aggressivi oppure totalmente apatici e quindi non collaborativi, si è poco lucidi quindi si sbaglia più facilmente e più spesso.
A casa si riversa tutto il malessere accumulato mettendo a repentaglio la serenità familiare.
Il rischio è quello di trovarsi schiacciati tra due fuochi e non avere più un porto sicuro in cui trovare riparo.
Cosa fare in questo caso?
La prima cosa è non sottovalutare i sintomi.
Dare la colpa allo stress e continuare a dirsi che non c’è alternativa aggraverà solo la vostra situazione.
Prendetevi una pausa.
Non è necessaria una pausa lunga, è sufficiente che, ogni tanto, vi prendiate del tempo per voi stessi. Anche solo lavorare da casa o in un ambiente diverso che vi permetta di concentrarvi senza subire continuamente interferenze o pressioni esterne, può essere una soluzione.
Vi sembrerà strano ma è stato dimostrato che il contatto con la natura può essere di grande aiuto nella gestione del burn-out. Anche in questo caso non è necessario fare qualcosa di estremo, basta una passeggiata nel parco o una gita durante il weekend in cui ci sia la possibilità di cambiare visione.
I ritmi di lavoro, le scadenze, gli obiettivi a volte irraggiungibili ci portano spesso a stare sempre connessi, a leggere le mail il sabato sera o a lavorare anche la domenica. A volte è indispensabile, lo so, ma non deve diventare una regola.
Staccare la spina è il più grande antidoto all’esaurimento da lavoro.
In situazione di forte pressione è fondamentale la micro-pianificazione.
Sentirsi oppressi da carichi di lavoro che non si esauriscono mai, non riuscire a vedere la conclusione o i frutti del proprio lavoro sono tra le maggiori cause di burn-out.
Quindi stabilire obiettivi di breve termine, spezzettare un obiettivo che sembra enorme in tanti piccoli passi e spuntare ogni volta che si conclude quello step è un’ottima strategia per affrontare meglio una situazione che altrimenti ci farebbe sentire sopraffatti e inadeguati.
Il fatto di spuntare una lista ha un fondamento scientifico, infatti fare questa semplice azione dà un’informazione precisa al nostro cervello: gli trasmette che abbiamo raggiunto un obiettivo e, di conseguenza, nel nostro corpo viene rilasciata la dopamina che è quel neurotrasmettitore responsabile dei meccanismi di ricompensa e di piacere e del controllo delle capacità di attenzione. Il risultato sarà quindi duplice: sarò soddisfatto di me stesso e questa sensazione di piacere mi porterà a restare focalizzato sul mio compito.
Un ultimo ma importantissimo consiglio per gestire una situazione di possibile burn-out è quello di non isolarvi.
La tendenza all’isolamento è tipica di chi si trova in casi di forte stress.
Da una parte c’è la sensazione che nessuno possa capire lo stato in cui ci si trova, dall’altra viene a mancare proprio la voglia di relazionarsi con gli altri.
Invece il contatto con il prossimo è fondamentale.
Parlarne con qualcuno con un collega, con un amico o, se i sintomi sono importanti, con il proprio medico o con un professionista nella relazione d’aiuto, darà subito la sensazione di non essere soli nell’affrontare un peso così grande e si scoprirà come anche solo parlarne può essere una grande occasione di scoprire nuovi punti vista e di vedere la propria situazione da prospettive diverse.
Il Coaching può essere uno strumento valido per far fronte al burn-out ma anche per prevenirlo. Il Coaching infatti aiuta, oltre ad affrontare al meglio il momento delicato di crisi, anche a costruire competenze utili alla gestione dello stress, competenze di pianificazione, di gestione delle persone, di proattività, di problem solving, competenze necessarie alla creazione di un clima sereno sia sul posto di lavoro che nella propria vita privata.
Spesso rimaniamo in attesa che siano le condizioni esterne a cambiare e, spesso, rimaniamo delusi perché le situazioni non sempre cambiano così velocemente come vorremmo, ecco che un percorso di Coaching può aiutarti a sviluppare la tua capacità di adattamento agli eventi, a incrementare la fiducia in te stesso e nelle tue possibilità in modo da riuscire ad affrontare nel miglior modo possibile il delicato momento che stai vivendo.
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